Visita con il panorama a 360° la Collegiata di San Michele Arcangelo.
Dai Longobardi ad oggi oltre mille anni di culto dedicati all’Arcangelo Michele.
La chiesa di San Michele Arcangelo a Città Sant’Angelo è uno dei più importanti monumenti dell’architettura abruzzese.
La datazione d’origine è incerta. La struttura attuale fu ricostruita probabilmente nel XIII secolo (dopo la distruzione del castrum nel 1239 su ordine di Federico II), mentre la data certa è l’elevazione al rango di Collegiata nel 1353. Essa è costruita nella zona iniziale del centro storico rivolta ad est su uno zoccolo artificiale di una precedente costruzione sacra edificata presumibilmente tra il secolo VIII e X, o fors’anche di origine longobarda.
L’imponente edificio cultuale è costituito da due navate (S. Michele e S. Giovanni) ed è completato da un pregevole porticato quattrocentesco, suddiviso in due atri coperti con in travatura a capriata tra i quali si innesta l’ampia gradinata d’accesso, che – secondo un’ipotesi del Gavini – ha occupato lo spazio destinato alla primitiva terza navata.
Il soffitto a cassettoni lignei della navata di S. Michele – realizzato nel 1911 da maestranze locali – nasconde quello a capriate con gli affreschi trecenteschi, attribuiti al Maestro di Offida e di cui restano alcuni quadri, recentemente restaurati, che rappresentano scene della vita di Gesù. Nella stessa navata sono ammirabili pregevoli tesori quali l’imponente statua lignea di San Michele (XIV secolo), la statua in terracotta policroma della Madonna delle Grazie di Saturnino Gatti (XVI secolo), il sarcofago quattrocentesco del Vescovo Amico Buonamicizia del 1457 e, dietro l’altare maggiore, un prezioso coro ligneo intagliato, con leggio, eseguito dall’ebanista angolano Giuseppe Monti (XVII secolo); da apprezzare anche i cinque cappelloni di altare in legno dorato, con pregevoli intagli, risalenti sempre al XVII secolo e realizzati da maestri di scuola napoletana. Tra le varie tele presenti ne citiamo una restaurata nel 2006, quella della “Madonna della Purità e Santi” (2,10 x 3,10 mt) del 1611 del pittore ortonese Tommaso Alessandrino (1570 c.a. – Ortona 1640), dello stesso autore è presente il dipinto della Madonna del Carmine nella chiesa di San Francesco. Alcuni interventi nella parrocchia. È attribuito all’artista comasco Giovan Battista Gianni l’ampliamento della parrocchiale S. Michele Arcangelo (XVIII secolo), probabilmente in seguito ai lavori di ristrutturazione necessari dopo il terremoto del 1706.
Il portale ogivale, realizzato nel 1326 dallo scultore atriano Raimondo di Poggio, è opera di singolare suggestività: esso si apre al centro del lato che dà sul Corso, con grande effetto architettonico, interrompendo la maestosa cortina muraria del fianco, scandita da lesene di rinforzo e coronata superiormente da una cornice a piccoli archi sovrapposti. È ben visibile l’influenza della scuola atriana in quanto l’opera mantiene sostanzialmente, nella ricchezza e nella fantasia delle decorazioni e dell’impianto generale, l’andamento degli altri portali eseguiti dallo stesso artista; si distingue, tuttavia, dagli altri poiché cornice, arcate ed archivolti abbandonano il sesto tondo ed accettano il sesto acuto. Sono altrettanto importanti due plutei di pietra, posti alla base dei pilastri d’ingresso della scalinata, provenienti da un ambone probabilmente della chiesa antecedente.
Simbolo del primato della chiesa sul civile la grande torre campanaria, il cui progetto è attribuito al lombardo Antonio da Lodi, si innalza per 47 metri (misura equivalente alla lunghezza del porticato) ed è segnata da quattro marcapiani in laterizio lavorato. Due lapidi, poste sul lato sud-est della torre, fissano al 1425 la data della sua costruzione ad opera di maestranze napoletane ed al 1709 l’anno della ricostruzione del campanile, crollato a causa del terremoto del 1706. Sia la parte terminale della torre che del corpo della chiesa, sono decorati con scodelle di maiolica.
Di notevole rilevanza è anche l’organo della collegiata appena restaurato (2023) dopo quasi sessanta anni di abbandono. Esso è un doppio organo con 1.218 canne. ll primo fu realizzato dalla famiglia Fedeli di Camerino nel secolo XVIII, il secondo, nel successivo secolo, dalla famiglia Gennari. A differenza di tutti gli altri organi, ha una cassarmonica in muratura e non in legno, particolare che lo rende quasi unico nel suo genere. In Italia ce n’è solo un altro come quello che abbiamo qui a Città Sant’Angelo e si trova a Venezia.
Notizie storiche
Fonte: Le Chiese delle Diocesi Italiane – CEI
- IX (resti fabbrica originaria preesistenze)
Secondo il Gavini le pietre d’ambone, incastonate nei piloni laterali dello scalone d’ingresso, provengono dalla primitiva fabbrica, risalente almeno al IX secolo.
- 1239 (distruzione e ricostruzione intero bene)
Nel 1239 la chiesa fu distrutta con l’intera città, su ordine di Federico II. Presumibilmente fu riedificata nello stesso luogo, come lasciano supporre i detriti, anche lapidei, trovati nelle fondamenta della chiesa durante un intervento di restauro.
- 1309 (attestazione dell’esistenza intero bene)
Dalle Rationes Decimarum risulta che la chiesa di San Michele Arcangelo esisteva nel 1309, essendo presumibilmente stata ricostruita negli anni immediatamente successivi alla distruzione del 1239.
- 1326 (realizzazione portale facciata)
Il portale, secondo l’iscrizione riportata, è stato realizzato nel 1326, presumibilmente da Raimondo di Poggio o dalla sua scuola.
- 1353 (fondazione in collegiata carattere generale)
Il 24 ottobre 1353 alla chiesa fu conferito il titolo di Collegiata.
- 1425 (costruzione torre campanaria)
La costruzione della torre campanaria, su progetto di Antonio da Lodi, terminò nel 1425.
- XVII (realizzazione del soffitto coperture)
Nel XVII secolo fu realizzato il soffitto ligneo a cassettoni nella navata di san Giovanni.
- 1706 – 1709 (crollo e ricostruzione torre campanaria)
In seguito al terremoto del 1706 crollò la torre campanaria, che fu ricostruita nel 1709 per interessamento di Antonio Coppa, Giovanni Bellante ed Agostino Soldarelli.
- 1911 (realizzazione soffitto coperture)
Nel 1911 è stato realizzato da maestranze locali il soffitto a cassettoni nella navata principale di san Michele.
- 1997 (restauro portale elementi decorativi)
Nel 1997 è stato restaurato il portale.
- 2002 – 2003 (restauro intero bene)
Lavori su progetto dell’arch. Paola Renzetti e dell’ing. Carlo Grande, riguardanti il restauro e consolidamento della copertura, del campanile e della parte superiore della facciata e il consolidamento delle fondazioni.
- 2003 (restauro elementi decorativi)
Nel 2003 è stato redatto dall’arch. Paola Renzetti un progetto di restauro degli apparati decorativi interni nella zona presbiterale.
Approfondimenti
(PDF) La chiesa angolana – la sua cattedra vescovile – note storiche – 1892
di Nicola Castagna
Da pagina 290 del volume Dalla valle del Piomba alla valle del basso Pescara – 2001 – AAVV – Fondazione Tercas