FILOMENA DELLI CASTELLI
(1916 – 2010)
Insegnante, politica, partigiana, una delle 21 donne dell’Assemblea Costituente del 1946
(1916 – 2010)
Insegnante, politica, partigiana, una delle 21 donne dell’Assemblea Costituente del 1946
«E per questo mi rivolgo alle donne, perché diano insieme slancio nuovo: gli uomini, purtroppo, nel loro genere, spesso fanno tanta confusione anche nell’affrontare la vita pubblica. Ebbene noi donne dovremmo aiutarli, non contrapporci a loro, aiutarli a fare ordine, a riproporci dalle basi, dalle cose piccole.»
Filomena Delli Castelli, meglio conosciuta dagli abruzzesi come Memena, è stata una delle 21 donne elette all’Assemblea Costituente del 1946, unica, con Maria Agamben, in Abruzzo; due volte eletta alla Camera dei Deputati e Sindaco di Montesilvano. Era nata a Città Sant’Angelo (PE) il 28 settembre 1916 da Giovanni, costretto ad emigrare in America in cerca di fortuna come jazzista, e Pasqualina Di Stefano. Studiò nella sua città fino al conseguimento del diploma magistrale nel 1933. Proseguì gli studi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dove per mantenersi agli studi esercitò l’insegnamento alle scuole elementari. Intelligente e capace, di indole battagliera e decisa, Memena durante il periodo universitario mantenne e potenziò il suo impegno nell’Azione Cattolica, che l’aveva vista a soli 17 anni delegata regionale, iscrivendosi alla Federazione Italiana Cattolica Universitaria nel 1940. Laureata in Lettere e Filosofia, tornò nella sua città dove insegnò allo stesso Istituto dove era stata studente. Poco dopo lo scoppio della guerra, si trasferì con la madre a Roma, da dove però dovette fuggire per scampare ai bombardamenti per stabilirsi a Montesilvano. Durante l’occupazione tedesca prende parte alla Resistenza sia come crocerossina che con un’intensa attività clandestina. Durante quei tristi mesi di guerra si era occupata dei profughi giunti in massa nella provincia di Pescara, dimostrando subito ottime capacità organizzative.
Al termine della guerra, a Città Sant’Angelo sotto la spinta del parroco del paese don Nicola De Luca e del preside dell’Istituto dove insegnava, prof. Giovanni Jannucci, dette vita alla sezione locale del partito della Democrazia Cristiana, rispondendo all’appello di De Gasperi e del conterraneo Spataro, volto a contrastare gli unici partiti fino ad allora organizzati e radicati nel territorio: il Partito Comunista e il Partito Socialista. La sezione fu molto attiva da subito, in una delle prime manifestazioni ottenne l’intervento di due dei maggiori dirigenti nazionali del partito: lo stesso Giuseppe Spataro e Mario Cingolani. Grazie al suo brillante impegno divenne segretaria provinciale del Movimento femminile del partito e alla fine del 1945 prende parte al congresso provinciale della Dc di Pescara, all’interno del quale il suo intervento fu molto apprezzato da Cingolani, che la sollecitò a trasferirsi a Roma per seguire il Movimento femminile nazionale. Filomena accetta, lascia dunque l’Abruzzo per recarsi a Roma, dove il movimento femminile, guidato dalla delegata nazionale Angela Maria Guidi, moglie del Cingolani, e lo stesso vertice democristiano avevano bisogno di energie nuove. Nella capitale si afferma sempre di più come una delle prime donne di spicco all’interno della politica nazionale e lavora nell’ufficio stampa del Presidente del Consiglio, collocato presso il Ministero dell’Interno, non facendo comunque mai mancare il suo apporto all’attività politica della propria regione.
Fu proprio la moglie di Cingolani a vedere in lei la candidata ideale in rappresentanza dell’Abruzzo per l’Assemblea Costituente. Svolse quindi la campagna elettorale nella propria regione, tenendo testa alle contestazioni dei militanti degli altri partiti, che non le risparmiarono il fatto di essere una delle poche donne presenti nelle liste dei candidati alla Costituente, una scelta tanto più coraggiosa, la sua, se si pensa all’arretratezza della condizione femminile in Italia in quel periodo e in particolar modo in Abruzzo. Lottò in prima fila per il diritto al voto delle donne, andò di casa in casa per spiegare come si facesse a votare e quanto fosse importante riuscire a farlo. La sua fu una campagna elettorale appassionata, caratterizzata da un modo di fare comizi che piaceva molto alla gente. Pur avendo un carattere molto determinato e combattivo, la Delli Castelli si esprimeva, volutamente, con un linguaggio più semplice di quello usato dagli uomini, e, soprattutto, meno polemico ed aggressivo. I fatti le dettero ragione: Filomena fu eletta, a soli 30 anni, all’Assemblea Costituente con oltre 27.000 voti di preferenza, ottenendo un grande successo personale grazie soprattutto alla rete delle parrocchie e al passaparola che furono gli efficienti canali di comunicazione, grazie a preti e vescovi, come ammise lei stessa in una intervista all’indomani dell’elezione.
Filomena avvertì subito una forte responsabilità entrando alla Camera “laureatami all’Università Cattolica di Milano, portavo dentro di me un peso maggiore di responsabilità che però era lievemente alleggerito perché nella pattuglia di punta e facenti parte delle specifiche commissioni dove si elaborava il testo della Costituzione c’erano gli onorevoli Fanfani, Moro, Rossetti, La Pira, Bettiol, tutti della Cattolica”. Assunse la rappresentanza delle donne italiane, appena divenute cittadine a pieno titolo. Un impegno che tutte le 21 costituenti elette condussero egregiamente, affinché nella Costituzione venisse affermata la parità tra donne e uomini in tutti i settori, sia nella famiglia, sia nel mondo del lavoro. La giovane età, la preparazione e l’essere donna la resero oggetto dell’interesse politico di Nilde Jotti, che le chiese più volte, e invano, di passare nel suo partito.
Nel 1948 viene eletta alla Camera dei Deputati per la Democrazia Cristiana nel collegio dell’Aquila. Nel corso della legislatura è stata Membro della VI Commissione (Istruzione e belle arti ); Membro della I Commissione (Affari interni); Segretario Commissione speciale per la ratifica dei decreti legislativi nel periodo della costituente (n. 520); Segretario Commissione speciale per l’esame e l’approvazione dei disegni di legge sul teatro e sulla cinematografia (nn. 928 e 929). Venne rieletta anche nella II legislatura nel 1953 sempre nel collegio dell’Aquila, ricoprendo gli incarichi di Membro della I Commissione (Affari interni) e Membro della XI Commissione (Lavoro e previdenza sociale). Sono stati 26 i progetti di legge presentati, di cui 5 come prima firmataria, e 4 divenuti legge.
Dal 1951 al 1955 Filomena Delli Castelli è stata anche Sindaco del Comune di Montesilvano, a quel tempo un piccolo paese di 7.400 abitanti. Si impegnò alacremente per la sistemazione della periferia, della rete dell’acqua potabile, delle strade e dell’illuminazione pubblica e per la ricostruzione del mattatoio; migliorò la funzione della riscossione dei tributi e delle tasse comunali e aumentò lo stipendio ai dipendenti comunali. Il suo sogno sarebbe stato quello di sviluppare la vocazione turistica del paese valorizzandone il lungomare con il meraviglioso viale costeggiato da olmi secolari che univa Montesilvano a Pescara, prevedendo la costruzione di nuove abitazioni verso la collina interna ma le fu possibile realizzarlo.
Nel 1958 alla scadenza del suo secondo mandato parlamentare, abbandona la politica attiva e si dedica alla TV dei ragazzi alla RAI dove venne assunta dal 1961 al 1975. A conclusione dell’esperienza RAI si dedica con immutata passione alla promozione e all’organizzazione di attività culturali e di volontariato. Morirà il 22 dicembre 2010 a Pescara alla veneranda età di 94 anni dopo aver fatto parte del Comitato d’Onore per le celebrazioni del 60° anniversario dell’Assemblea Costituente istituito nella XIV legislatura (2001/2006). Figura di spessore, colta e battagliera, ma soprattutto donna concreta e presente, le nostra Madre Costituente ha saputo lasciare un segno in un periodo storico essenziale per la storia italiana. Provenendo da una realtà sociale difficile ed emarginata, ha saputo trovare, con intelligenza, soluzioni ottimali per le cittadine italiane in settori come quello del lavoro e della famiglia senza farsi mai portatrice di sterili stereotipi e mostrando sempre un’attenzione forte al bene comune.
Di Lei va ricordato l’impegno assiduo nel difendere la nostra Costituzione, la sua appassionata capacità di parlare di valori veri alle giovani generazioni, il suo richiamo costante al rispetto delle istituzioni democratiche. L’Abruzzo perde certamente una delle personalità più importanti ma è orgoglioso di conservarne memoria e indicarne l’esempio, dalla freschezza del suo pensiero politico, al profilo semplice ed austero conservato in tutta la sua vita.
Nel 2015, a cinque anni dalla morte, presso il Teatro comunale di Città Sant’Angelo è stato presentato il suo memoriale “Sulla strada del mio tempo” che la stessa Filomena Delli Castelli dettò alla sua sorella spirituale Bruna Romano. Il memoriale, curato da Ezio Sciarra con postfazione storico-istituzionale del prof. Luigi Mastrangelo, rappresenta uno spaccato illuminante su una delle protagoniste della rinascita dell’Abruzzo dopo la seconda guerra mondiale.