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GIOVANNI TAVANO 
fotografie 1977-2020

dal 22 Luglio al 3 Settembre 2022
Museolaboratorio Città Sant’Angelo

a cura di Enzo De Leonibus

Il mio lavoro di ricerca è sempre stato tutto nella fotografia, interno a essa; costruito sui suoi codici espressivi, sui suoi elementi linguistici, sulla sua storia come strumento di indagine del rapporto che corre fra noi e la realtà sensibile che ci circonda. Collocandomi anzi lungo l’asse storico principale della fotografia, intrattenendo cioé con la realtà un rapporto rappresentativo diretto, riconoscibile, “fedele” e non manipolativo. Interessandomi a ciò che ci circonda avendone rispetto, senza modificarne gli elementi costitutivi ma semplicemente osservando, ed equilibrando il mio sguardo fra osservazione del sensibile e visione dell’oltre.

Per questo motivo, per anni e anni ho scelto di esprimermi con il bianco e nero, un bianco e nero quanto più classico possibile, proprio per rimarcare questa mia appartenenza a quella linea di ricerca, a quella “tradizione” del trarre dalla realtà e nella realtà gli stimoli, gli elementi costitutivi e le intenzioni espressive da significare attraverso il mezzo fotografico.

Questo guardare il mondo e le cose con occhio limpido e incondizionato, per cogliere i significati complessi che sottendono, è il territorio che ho sempre cercato di esplorare: il potenziale di metasignificazione che ogni cosa contiene, se osservata in un certo modo, e che consente di cogliere l’apparizione del nascosto che si rivela, dell’inafferrabile che per un attimo affiora fra la banalità corrente delle cose.

Tutto questo lavorio di scavo e di disvelamento dei significati secondi, dell’ineffabile celato dietro la superficiale insignificanza delle cose, è una azione creativa prima di tutto cerebrale, intellettuale, culturale. Per questa ragione, ho sempre avuto consapevolezza che questo tipo di produzione – pur se linguisticamente del tutto interno alla fotografia come ambito specifico di espressione – appartiene tuttavia più latamente anche al mondo dell’arte contemporanea, per la sua dimensione essenzialmente concettuale.
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In questa mostra, espongo (per la prima volta in Abruzzo, nella mia terra, fra i miei amici!) una selezione del mio lavoro storico, in bianco e nero, sviluppato fra la fine degli anni ’70 e la fine degli anni ’80 del secolo scorso, e un ampio lavoro inedito, a colori, realizzato e distillato con pigra operosità fra il 2012 e il 2020.
L’ambito di ricerca che mi è sempre interessato di più è l’ambiente urbano, con la sua umanità casuale, il suo paesaggio dimesso, i tanti luoghi incerti, gli spazi di confine fra città e campagna, dove l’antropizzazione strappa territorio, ma la natura incessantemente cerca di riguadagnarlo, e la stratificazione di significati che l’agire umano minuto, quotidiano e inconsapevole deposita su di essi. Luoghi, edifici, passanti, piante, animali: negli ambienti antropici tutto riceve un disegno e un ridisegno continuo, corale, anonimo, automatico, preterintenzionale. Un processo di segnificazione e significazione seconda spesso impercettibile, come una leggera risacca.

Nel lavoro a colori, ho rivolto la mia attenzione a un “ecosistema” diverso, non più antropico ma vegetale: il piccolo mondo ai bordi delle strade, nei prati di periferia, nei cortili, nei giardinetti, nei vasi dimenticati sui terrazzi.

Ciò che mi ha coinvolto, in questa ricerca, è stato esplorare questo micromondo – peraltro appartenente anch’esso al territorio delle fringe areas – guardandolo non più con uno sguardo e un punto di vista antropocentrico, e quindi umanistico, ma adottando invece la scelta linguistica – del tutto concettuale – di vederlo dal punto di vista di chi anima quel mondo: i gatti, i piccoli animali, gli insetti. Una scelta rilevante, che comporta la rinuncia ai metri di giudizio e alle prenozioni che l’adozione di un punto di vista umano porta automaticamente con sé.
Spostare in questa indagine il punto di vista, per guardare il mondo “dalla prospettiva del verme”, è stato un avventurarsi con occhi nuovi in un ambiente che in tal modo si è fatto primordiale, preumano, “giurassico”, che esiste pienamente a prescindere da noi e dal nostro stesso esserci.

Giovanni Tavano


TITOLO: GIOVANNI TAVANO fotografie 1977-2020
ARTISTA: Giovanni Tavano
A CURA DI: Enzo De Leonibus
INAUGURAZIONE: 22 Luglio 2022 ore 19:00
SEDE: Museolaboratorio – ex manifattura tabacchi – Città Sant’Angelo (PE)
DATE: dal 22 Luglio al 3 Settembre 2022
PATROCINIO: Comune di Città Sant’Angelo
GENERE: Fotografia

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Orari di apertura:
da giovedì a sabato 17:00 – 21:00
domenica 10:00 – 14:00
(possono variare verificare via telefono o mail)
visite guidate
da martedì a domenica con i seguenti orari:
10:00-13:00 / 17:00-20:00 – infopoint +39 3314642985
Ufficio stampa:
info@museolaboratorio.org
Info e appuntamenti:
+39 085 960555  –  + 39 333 1049439