Gli ingressi alla cinta muraria di Città Sant’Angelo sono numerosi ma solo alcuni sono relativi alle mura risalenti alla ricostruzione del XIV secolo. Le porte sono tutte in laterizio e attualmente ne sono visibili 4. Porta Casale e Porta Licinia (o Borea) risalenti alla cinta muraria più antica, del XIV secolo, mentre Porta Sant’Egidio e Porta Sant’Antonio (o Nuova) vengono costruite tra il 1700 e il 1800. Fino al XIX secolo nei pressi della Collegiata di San Michele Arcangelo (nell’odierna Piazza dei Martiri Angolani) era presente una quinta porta, architettonicamente più imponente delle altre, quella di San Michele che era l’accesso principale al borgo.
Le porte storicamente sono servite anche per difendere il paese dagli attacchi dei briganti che all’epoca imperversavano nei paesi e nella zona. Si aprivano all’alba e si chiudevano all’imbrunire. In caso di emergenza si aprivano in ogni ora del giorno con cautela e circospezione per timore dei malviventi.
Notizie storiche
In una delle epidemia di colera che colpirono Città Sant’Angelo, quella del 1861 impressionò a tal modo la cittadinanza che il Consiglio Comunale dispose la costruzione di tre nuove porte, in legno di rovere, con le quali chiudere i punti d’accesso al paese, rimasti sguarniti “…da moltissimi anni addietro…”. Si tratta di Porta Sant’Egidio, Porta Borea e porta Sant’Antonio. Dunque, se ne deduce che, almeno per un certo tempo, entrare od uscire dal centro abitato era alquanto semplice e che, in conseguenza di una nuova possibile infezione, si provvedesse ancora una volta a ricostruire una possibile cerniera muraria che obbligasse chicchessia a sottoporsi a controlli sanitari.
Dal maggio all’ottobre 1866, quindi, vennero ripristinati certi meccanismi di difesa e prevenzione di carattere urbanistico. La spesa complessiva per realizzare le suddette porte, ex novo, ammontò a £. 1056 che andarono nelle tasche dei maestri fabbricatori falegnami Cortellini, Terra e Natale e dei maestri ferrai Valloreo, Valentini e Roselli.